E’ finito definitivamente l’incubo di Fausta Bonino, l’ex infermiera dell’ospedale di Villamarina, accusata e condannata in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di quattro pazienti del presidio con la somministrazione di eparina. Dopo l’assoluzione in Appello per non aver commesso il fatto , la Procura generale della Corte di Appello non ha presentato il ricorso in Cassazione entro i 45 giorni dal deposito della sentenza presso la cancelleria del tribunale. E grande eco per la fine della vicenda è rimbalzato anche all’isola d’Elba, in particolare a Rio Marina, dove la Bonino vive per gran parte dell’anno ed è personaggio molto conosciuto.
“Incredibile ma vero – commenta Aldo Claris Appiani, che ha seguito da vicino la vicenda nella sua ultima parte processuale – la pubblica accusa rinuncia a sostenere la colpevolezza di Fausta Bonino e si arrende all’evidenza: Fausta è stata perseguita come capro espiatorio, senza alcun senso logico, giuridico o scientifico, a causa di indagini fatte malissimo dagli investigatori, sostenute peggio dalla procura e sentenziate in modo assurdo in primo grado. Tanti indizi sono invece stati esclusi, indizi che invece mostrano una strada ben diversa per arrivare a questo serial killer che ha preso tutti in giro per anni”. Evidente infatti che, stante la non colpevolezza di Fausta Bonino, restano i pesanti interrogativi su chi possa avere provocato le quattordici morti su cui la Procura ha indagato.