In arrivo a breve nel porto di Piombino rigassificatori galleggianti su grande nave per sostituire le forniture di gas naturale russo.
La prima è già arrivata a destinazione nel porto di Ravenna.
Una volta ormeggiati, i rigassificatori vedranno arrivare in continuazione le navi gasiere che vi immetteranno il loro gas liquido trasportato soprattutto da USA, ma anche da Medio Oriente e Africa.
Questo passaggio del gas è un’operazione ad alto rischio di incidente ed ecologico.
Infatti il Gas è compresso di 600 volte a una temperatura di -161°C. I rigassificatori hanno la funzione di riportare il gas liquido a temperatura ambiente e lo faranno usando acqua di mare in quantità gigantesche.
Per l’alta pericolosità delle operazioni, che possono creare dei mostruosi disastri, le norme internazionali di sicurezza sono molto stringenti, infatti prevedono che i rigassificatori debbano essere collocati molto lontani da qualsiasi operazione commerciale marina o centro abitato.
Ma il ministro Cingolani, che di ambiante, popolazioni, economie locali abbiamo capito poco si interessa, in nome dell’emergenza, ha visto bene di ignorare tali norme.
Peccato che a farne spese sarà il territorio di Piombino, il circondario continentale e l’isola d’Elba, non solo in caso di incidente che sarebbe una devastazione apocalittica, ma anche per le normali operazioni di carico-scarico, durante le quali prevista la totale sospensione delle attività portuali e per la compromissione di una vasta area marina.
Sarebbe auspicabile una presa di posizione delle nostre Amministrazioni Locali, anche dell’isola d’Elba, oltre che di Piombino: il rischio potenziale è di dimensioni apocalittiche, quello certo incalcolabilmente superiore ai vantaggi più utopistici.
Noemi Alessi
Signor Davide non so dove lei abbia letto quanto riporta (su topolino? O su La repubblica delle banane?) ma le sue informazioni sono purtroppo del tutto sbagliate. Può leggere o ascoltare le osservazioni di diversi studiosi e ingegneri esperti nel campo (ad esempio Cappelli o Malanga, o anche il giornalista Stefano Tamburini che domani si confronterà col sindaco di Poryoferraio. Trova le interviste a queste persone su you tube. Anche Idra, associazione fiorentina ha on line molti documenti a tal proposito.
26 Agosto 2022 alle 22:27
Silvia Casini
L’impianto è a ciclo aperto, cioè scarica in mare 50 kg di ipoclorito di sodio al giorno, “disinfettando” le acque e uccidendo plancton e piccoli organismi. Solo per questo sarebbe da pensarci bene.
Poi chiediamoci perché a Livorno lo hanno piazzato a 12 miglia dalla costa per ragioni di sicurezza, mentre questo si pensa di piazzarlo in un porto a 2 km dal centro abitato.
20 Giugno 2022 alle 8:43
Davide
Articolo pieno di inesattezze e castronerie.
Tanto per cominciare il gas non è assolutamente compresso. Il fatto che sia a -161°C permette di liquefare il prodotto, tutto qua. Nessuna compressione. Un metro cubo di metano liquido corrisponde a 600 metri cubi di metano gassoso.
In caso di perdite o fuoriuscite, il metano liquido tende a vaporizzare istantaneamente. Non ci saranno mai quindi chiazze di olio o impatti ambientali sul mare circostante. Nessuno scenario apocalittico dunque.
A mio avviso se Piombino perde questo progetto, tutta la Toscana perde una grossa opportunità.
10 Giugno 2022 alle 12:32