C’era una volta una piazzetta in un piccolo borgo, anzi, nemmeno un borgo, un incrocio di strade diventato luogo di incontro per turisti e abitanti.
C’era una volta una pittrice, una “straniera”, ma ormai elbana di adozione, con la voglia di “fare”
tipica di un’ artista innamorata di questa terra magica e delle sue tradizioni.
C’era una volta un muro con un disegno mezzo sbiadito che gridava tutto l’abbandono e la tristezza di un luogo dimenticato da tempo, anche se frequentato da molti.
Sto parlando di Procchio, poche case raggruppate attorno ad un crocicchio di strade che è diventato centro di botteghe, bar, negozietti incantevoli da quando, molti anni fa, genialmente fu chiuso al traffico veicolare che fu deviato di poco ma in modo che questo luogo divenisse un punto di incontro e di relax per turisti e abitanti.
Di là della strada trafficata c’è l’acceso ad una delle più belle spiagge sabbiose dell’Isola, méta di migliaia di villeggianti.
E quella piazzetta, senza un vero nome, senza un vero connotato, ancorchè privata, con le pareti adiacenti sbiadite e abbandonate gridava tutta la solitudine e la tristezza di un mancato interesse di nessuno. A soli pochi metri le ultime vestigia del ritrovo dei “Pittori delle dune“, un luogo storico realizzato da un gruppo di artisti provenienti da varie località che nell’estate del 1950 diede vita a un cenacolo culturale un po’ “bohemien” che aveva la sua sede nell’allora “Ristorante da Renzo”. Ogni artista lasciava sulla parete un disegno e la sua firma, c’è anche un piccolo disegno di Italo Bolano…. Oggi del locale rimangono solo le anguste pareti ricoperte dalle opere estemporanee dei tanti artisti di passaggio e il gestore della gelateria che vi trova sede ha l’obbligo di conservarle perché dichiarate meritevoli di tutela dal Ministero dei beni delle attività culturali e del turismo.
Ma torniamo alla piazzetta di là della strada.
La nostra artista, proveniente da Torino, oltre 10 anni fa, aprì il suo “atelier” su questa piazzetta triste e senza nome e le fu chiesto di “resuscitare” quella parete in abbandono. E fu così che Barbara Blin, l’artista innamorata dell’Elba, quasi una novella “pittrice delle dune”, con molto lavoro, molto entusiasmo e totalmente a sue spese, trasformò quella parete sbiadita in un piccolo “scorcio” rispettando la tradizione del “trompe-l’oeil” e i ricordi delle vedute elbane, dal portone riprodotto da uno vero, presente a Marciana, allo “sfondamento” della parete realizzando la veduta del mare e l’immagine della Guardiola, simbolo amato di Procchio.
Barbara diede così apertura e aria alla piazzetta e la nominò piazzetta “segnavento”, omaggio alle rose dei venti della quali è una vera maestra.
Per dieci lunghi anni vi si dedicò con un amore che forse nemmeno un elbano doc avrebbe dedicato a questo angolo ammirato e fotografato da tutti e diventato luogo di eccellenza di Procchio.
Ma le favole non sempre hanno un lieto fine. Nessun principe si innamorò e convolò a nozze su questa piazzetta…. Arrivò un giorno un “orco malvagio”, che senza nemmeno sapere perché diede una bella mano di bianco su questa parete cancellando con ignoranza e spavalderia tanto lavoro e abnegazione.
Non vogliamo qui nemmeno rivendicare tanti altri esempi forse ben più famosi di “Street Art”, una nuova cultura artistica che sta emergendo in tutto il mondo con l’intento di trasformare luoghi abbandonati in opere d’arte, talvolta anche di protesta. Uno dei rappresentanti più famosi di questa corrente artistica è il misterioso Bansky che tra l’altro ha raggiunto quotazioni di forte rilievo economico.
Ora lungi da me paragonare la Blin ad una “street artist” ma rimane il fatto che un’opera, realizzata per vero amore per il bello per questa terra è andata distrutta per una gretta ignoranza che sfiora il vandalismo. E rimane incomprensibile come nessun Ente pubblico abbia reclamato per questo vero oltraggio, aggiungendo la propria voce al coro di tante persone che hanno lamentato questa “impresa”, che purtroppo non ci potrà riportare il mal tolto.
Nelle foto:
La piazzetta come era prima, la piazzetta restaurata e come si presenta ora, con l’opera distrutta per sempre.
Pietro
Per certa gente, si può applicare il detto Elbano
“É come dargli un confetto al maiale”
A Chi non sarà piaciuto questo eccellente lavoro decorativo che abbelliva un angolo anonimo e molto brutto?
23 Maggio 2022 alle 15:05