Pesca ricci di mare, 41mila euro di sanzioni della Capitaneria

Oltre 20mila esemplari sequestrati, gli echinodermi vivi sono stati rilasciati in mare

Oltre 20.000 esemplari di ricci di mare sequestrati, 41.000 € di sanzioni amministrative e il sequestro di molteplici dotazioni subacquee e di attrezzatura utilizzata per la pesca subacquea.
Questi i numeri di una complessa attività operativa, iniziata sul finire dello scorso anno e terminata alle prime luci dell’alba di ieri, 12 maggio 2022, dal personale della Guardia Costiera di Piombino, volta a tutelare le risorse biologiche marine e, in particolare, a contrastare la pesca illegale del riccio di mare.
I militari infatti hanno effettuato l’ennesimo blitz, questa volta in località Pratoranieri e Fosso Cervia del comune di Follonica, che grazie ad una preliminare e mirata attività di intelligence sul territorio e ad un’intensa, quanto proficua, collaborazione con privati cittadini, ha consentito di arrestare un prolungato tentativo di pesca illegale, iniziato attorno alla mezzanotte e terminato alle ore 05.00 circa del mattino.
In tutto sono state 29 le sanzioni comminate in questi mesi ai pescatori illegali, che hanno violato le norme che prevedono il divieto di pesca subacquea in ore notturne, il superamento del quantitativo quotidiano di esemplari pescabili a persona, il divieto pesca in apnea con l’ausilio di bombole e il divieto della pesca del riccio nei mesi di maggio e giugno tentando, in alcuni casi, di eludere i controlli con conseguente intralcio alle indagini.
In tutti i casi gli echinodermi sono stati conservati vivi, in attuazione delle norme in materia di tutela delle risorse ittiche e della fauna marina, per l’immediato rilascio in mare in zone non facilmente accessibili ad eventuali malintenzionati.
L’impegno a tutela del mare e della risorsa ittica, peraltro, non si è limitato all’attività sopra descritta, ma ha riguardato molteplici settori del mondo legato alla pesca.
Altro aspetto di rilievo è stato quello volto a verificare il rispetto dei limiti dello sforzo di pesca, con particolare riferimento al controllo dei propulsori installati a bordo dei pescherecci. L’aumento illecito della potenza del motore – contestato ad un peschereccio – si traduce, inevitabilmente, nell’indebito aumento del quantitativo di pesce catturato, con ogni negativa conseguenza in ordine al depauperamento della risorsa biologica marina.
Degna di nota, inoltre, anche l’attività di controllo dell’intera filiera ittica, concentrata nelle ispezioni dei mercati e della grande distribuzione. Anche in questo ambito, a riprova della necessità di una mirata quanto professionale attività di controllo, sono state elevate pesanti sanzioni per difetto di tracciabilità del prodotto, con il sequestro di oltre 2 quintali di pesce per il quale non poteva essere garantita la provenienza.
Visti i risultati conseguiti e l’impegno profuso, proseguirà senza soluzione di continuità l’attività dei militari della Capitaneria di porto – Guardia Costiera di Piombino, a tutela delle risorse biologiche marine, del consumatore, della concorrenza economica leale e dello sfruttamento sostenibile della risorsa ittica.

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