E’ una corsa contro il tempo ormai per la soluzione dell’emergenza cinghiali. Nell’incontro nel pomeriggio di venerdì tra i sindaci, il mondo politico, le associazioni elbane e l’assessore regionale all’agricoltura, Stefania Saccardi, sono stati messi due punti fermi alle questioni di primaria importante, quella dell’Elba come area non vocata al cinghiale e la realizzazione di un deposito di stoccaggio della carni dei cinghiali, che non possono essere più trasferite tout court sul continente a causa del pericolo di diffusione della peste suina. Bisogna però fare i conti con i tempi tecnici da una parte e di realizzazione dall’altra. Tempi che i due comuni di Portoferraio e Marciana chiedono con decisione “brevissimi, vista la gravità della situazione e i danni che gli ungulati stanno provocando, mettendo a rischio biodiversità e attività umane e culturali” come ha specificato il vicesindaco marcianese, Susanna Berti. Prima questione è la trasformazione del territorio elbano come non vocato al cinghiale per cui la Regione Toscana ha già iniziato l’iter. La proposta ora è al nucleo di valutazione che si esprimerà in merito . Il passo successivo è la Vas ( valutazione ambientale strategica) dopo di che la delibera andrà in giunta ed approderà infine in consiglio regionale per trasformazione. “Il fatto che ci sia questa trasformazione – ha specificato l’assessore Saccardi ai cacciatori che si sono detti preoccupati della previsione di nuove limitazioni nell’attività venatoria – non vuol dire che non ci si possa immaginare un progetto che preveda la braccata perché questa porta risultati negli abbattimenti” . La seconda questione è la realizzazione di deposito con i frigoriferi per lo stoccaggio delle carni dei cinghiali abbattuti, di cui si occuperanno il Parco nazionale e la Regione Toscana. L’assessore Saccardi ha annunciato di essersi già mossa per reperire mezzi e apparecchiature per la realizzazione nel più breve tempo possibile della struttura, visto che una volta risolto questo problema si potranno incrementare gli abbattimenti. Resta però la questione di individuare una zona dove realizzare l’impianto . “Spetta a noi comuni – ha commentato il sindaco di Portoferraio, Angelo Zini – mettere a disposizione, in tempi brevissimi, un’area su cui questo centro possa essere realizzato perché è un passaggio estremamente importante per continuare le attività di contenimento e abbattimento degli ungulati. Nel frattempo dobbiamo continuare con gli abbattimenti perché l’emergenza è tale che non ci si può fermare”.
Nei video, in ordine: L’intervista all’assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi e al sindaco di Portoferraio Angelo Zini e al vice sindaco di Marciana Susanna Berti,