S.Piero e S.Ilario, le foto

L’Accolta, riprende la tradizione e torna la processione

Una cerimonia religiosa, coinvolgente e competitiva che In passato ha fatto storia

Ricomincia la tradizione e torna la processione penitenziale tra San Piero e Sant’Ilario. Alle sei circa del Venerdì Santo, ancora con il buio, aveva inizio la processione che si dirigeva, partendo dalla chiesa parrocchiale di San Piero, verso il vicino paese di Sant’Ilario. In testa al corteo c’era lo stendardo della confraternita, seguito dal Calvario, una croce di legno con tutti i simboli della passione: la lancia, i dadi, lamano insanguinata, il telo della Veronica, il gallo e la palma. Dietro veniva portala una seconda croce di legno, a cui oggi sono applicate delle lampadine accese per illuminare il cammino, poi altre croci più piccole ed una di legno di castagno a rappresentare Gesù in croce, tutte sorrette da confratelli vestiti con cappe nere.  Altri membri della compagnia, con le cappe bianche, portavano invece i lampioni lungo la strada per illuminarla. Le croci erano seguite dal coro e dal resto del corteo, che intonava lungo il percorso i canti tradizionali: il Piangi, lo Stabat Mater, il Miserere, il Vexilla Regis e le Piaghe. La processione una volta giunta alla chiesa di Sant’Ilario si soffermava per la recita di alcune preghiere, visitava il sepolcro realizzato al suo interno e si disponeva per il ritorno verso il proprio paese. La stessa cosa, ma con un percorso inverso, veniva fatta dai fratelli e dalle sorelle della confraternita del SS.mo Rosario di Sant’Ilario, e dagli altri abitanti, cosi che i due cortei diretti verso gli opposti paesi, si incontravano, a metà strada, nei pressi del luogo detto l’Accolta. Come spiega Gianmario Gentini, In passato la rivalità tra gli abitanti, ma soprattutto tra le due confraternite, rendeva talvolta il momento dell’incontro delle processioni carico di tensione. Ovunque le compagnie di vicina collocazione, all’interno della stessa città o di paesi poco distanti, vivevano un rapporto di competizione, per questioni legate a motivi di prestigio, di vanto e di precedenze. Era difatti importante mostrare la migliore efficienza, la migliore organizzazione e un lustro maggiore agli occhi degli spettatori delle manifestazioni di culto, cosi come delle autorità locali di governo ed ecclesiastiche. Talvolta le associazioni devozionali assumevano anche una precisa funzione politica, al cui interno si potevano scorgere delle risorse utilizzabili nelle competizioni locali per il potere, costituendo un terreno nel quale si poteva misurare il prestigio delle singole famiglie che componevano le fila dei sodalizi.
La questione delle dispute tra gli abitanti di San Piero e Sant’Ilario, durante le processioni del Venerdì Santo, non fa comunque parte della sfera delle leggende popolari tramandate e talvolta esagerate, infatti esistono testimonianze scritte che raccontano di momenti non sempre pacifici e consoni alle circostanze. Ad esempio nel 1774 la signora Sebastiana Canata di Sant’ Ilario fu condannata a pagare circa sei Lire alla confraternita di San Piero per aver rotto alcuni lampioni per l’intemperanza avuta durante la processione del Venerdì Santo. Ritornando ai momenti più rilevanti delle cerimonie religiose, la sera del venerdì si svolgeva un’altra processione per le vie dei due paesi. A San Piero i soliti canti e le consuete preghiere, gli stessi confratelli vestiti in cappa con le insegne e Lamponi, accompagnavano la croce raffigurante il Gesù morto portata dagli uomini affiancata in questo caso dalla statua della Madonna Addolorata, sorretta invece delle donne.

Le foto sono di Gianmario Gentini

 

 

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