Con l’iniziativa #Blue4ItalianMPA, Blue Marine Foundation e sette aree marine protette in Italia, tra cui il Parco nazionale Arcipelago Toscano, collaboreranno per migliorare l’efficacia di gestione, la conservazione della biodiversità e il ripristino degli habitat minacciati.
Giampiero Sammuri Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano ha dichiarato: “Sono orgoglioso di far parte di questa iniziativa e grato a Blue Marine Foundation per la sensibilità e il sostegno sui temi della conservazione della Biodiversità marina, il progetto ci consentirà di proseguire nelle azioni di studio e di tutela della foca monaca e del suo habitat”.
Nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano il progetto promuoverà lo sviluppo di un piano d’azione gestionale efficace per garantire la corretta protezione del complesso sistema di grotte marine sommerse e semisommerse, habitat prioritari dell’UE, con particolare attenzione alla presenza della foca monaca, specie estremamente vulnerabile che sfrutta questi habitat per dare alla luce e nutrire i suoi piccoli. Sarà condotta una mappatura dell’intero sistema di grotte marine nell’arcipelago e saranno monitorati gli avvistamenti di foche monache, sotto la supervisione scientifica dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente). Il progetto contribuirà ad aggiornare gli attuali protocolli nazionali per la tutela della foca monaca, con il coinvolgimento diretto delle parti locali interessate. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura di Maurizio Burlando, Direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Riceviamo da Blue Marine Foundation e pibblichiamo il comunicato di questa lodevole iniziativa
Comunicato stampa di Blue Marine Foundation
Con l’iniziativa #Blue4ItalianMPA, Blue Marine Foundation e sette aree marine protette in Italia collaboreranno per migliorare l’efficacia di gestione, la conservazione della biodiversità e il ripristino degli habitat minacciati.
Le acque italiane sono tra le più ricche del Mediterraneo. Ospitano infatti circa 14.000 specie marine e il 10% di queste si trovano esclusivamente in Italia. Se ben gestite e ben connesse, le Aree Marine Protette (AMP) possono contribuire fortemente a preservare gli ambienti naturali, ripristinare gli habitat protetti e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.
Blue Marine Foundation (BLUE), grazie al sostegno di Fondazione Capellino, SmileWave Fund e Tuscany Environment Fund, ha coinvolto un network di Aree Marine Protette (AMP) italiane per sviluppare sette progetti vocati alla tutela del mare, nelle regioni Sardegna, Sicilia, Toscana e Puglia. L’obiettivo finale è quello di migliorare l’efficacia di protezione delle aree marine protette, guardando l’Agenda 2030 come motore primario per la salvaguardia del patrimonio marino italiano.
I sette progetti delle Aree Marine Protette:
Nell’AMP di Capo Carbonara, in Sardegna, il progetto porterà avanti la rimozione e lo smaltimento delle reti fantasma nella Zona A.
Gli attrezzi da pesca vengono persi o abbandonati dai pescatori e costituiscono una fonte significativa di inquinamento per ecosistemi marini cruciali, minacciando le praterie di Posidonia oceanica, una pianta marina in grado di offrire riparo a numerose specie per crescere e riprodursi. Il progetto si propone inoltre di sensibilizzare la comunità ed il turismo locali sul tema dell’impatto delle reti fantasma. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura del Dott. Fabrizio Atzori, Direttore dell’AMP di Capo Carbonara.
L’AMP di Capo Caccia, in Sardegna, presenta un complesso di 100 grotte sommerse (tra cui la grotta marina più grande d’Europa denominata Grotta di Nereo), preziosi habitat corallini e una variegata fauna marina. Nell’estrema porzione meridionale del promontorio di Capo Caccia saranno installate quattro boe di ormeggio, al fine di regolamentare al meglio le attività di ancoraggio dei centri diving autorizzati ad operare nell’area, salvaguardando anche l’habitat corallino adiacente all’ingresso di queste grotte. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura del Dott. Mariano Mariani, Direttore dell’AMP di Capo Caccia e del Parco Naturale di Porto Conte.
Il Parco Nazionale dell’Asinara con la sua AMP, in Sardegna, avvierà l’istruttoria per l’aggiornamento di nuovi strumenti gestionali, dei regolamenti interni, e implementerà l’efficacia di conservazione con nuove norme integrative. Verrà inoltre valutata la possibilità di una gestione condivisa dell’intera Zona di Conservazione Speciale (ZCS). Inoltre, saranno implementate le misure di gestione della pesca locale, consentendo il ripristino dell’habitat per le specie autoctone e preservandone così la ricca biodiversità. Infine, saranno attivate collaborazioni con altre marinerie mediterranee per avviare uno scambio interculturale sulle buone pratiche di gestione delle risorse ittiche. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura del Dott. Vittorio Gazale, Direttore dell’AMP dell’Asinara e del Parco Nazionale.
Il progetto dell’AMP delle Isole Egadi, in Sicilia, mira ad attuare nuove normative e misure di gestione per limitare le catture accessorie di squali e razze (elasmobranchi) in via di estinzione, per aumentare le loro possibilità di sopravvivenza all’interno dell’AMP, in quanto alcune di queste specie si radunano nell’area protetta per l’accoppiamento o per partorire. Il progetto contribuirà a migliorare i piani di gestione della pesca locale e ad incrementare i controlli sulla pesca, incoraggiando i pescatori locali ad adottare pratiche a basso impatto ambientale e incentivando nuovi protocolli di pesca più sostenibili. Ci si auspica che questo nuovo approccio proposto possa essere da ispirazione e guidare la gestione di altre AMP mediterranee, dove la pesca artigianale non selettiva e le attività di tutela coesistono. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura del Dott. Marco Milazzo, Professore Ordinario di Ecologia all’Università di Palermo e responsabile del Laboratorio di Ecologia e Conservazione Marina (MEC) del Dip. di Scienze della Terra e del Mare.
Nell’AMP delle Isole Pelagie, in Sicilia, il progetto studierà gli effetti del rumore antropico sugli squali grigi che ogni anno in estate si aggregano intorno alla remota isola di Lampione. Il progetto promuoverà una strategia e nuovi protocolli per la gestione del turismo e della nautica da diporto con l’obiettivo di limitare l’impatto dell’inquinamento acustico sugli squali, includendo il posizionamento di boe di ormeggio e la creazione di corridoi di navigazione intorno a Lampione. Attività di sensibilizzazione promuoveranno un turismo responsabile per l’osservazione degli squali in natura. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura del Dott. Carlo Cattano, Dip. di Ecologia Marina Integrata presso la Stazione Zoologica Anton Dohrn e il coordinamento delle attività di comunicazione e l’implementazione del progetto sono a cura della Dott.ssa Elena Principato, Direttrice dell’AMP delle Isole Pelagie.
Nell’AMP di Torre Guaceto, in Puglia, il progetto si propone di aumentare l’efficacia di protezione dell’AMP scoraggiando la pesca a strascico, uno dei metodi di pesca più distruttivi al mondo. A tal fine, saranno posizionati dei dissuasori anti strascico, costituiti da blocchi rimovibili compatibili in cemento sostenibile, lungo il margine esterno dell’AMP, l’area più colpita dalla pesca a strascico illegale. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura del Dott. Alessandro Ciccolella, Direttore dell’AMP di Torre Guaceto.
Nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano il progetto promuoverà lo sviluppo di un piano d’azione gestionale efficace per garantire la corretta protezione del complesso sistema di grotte marine sommerse e semisommerse, habitat prioritari dell’UE, con particolare attenzione alla presenza della foca monaca, specie estremamente vulnerabile che sfrutta questi habitat per dare alla luce e nutrire i suoi piccoli. Sarà condotta una mappatura dell’intero sistema di grotte marine nell’arcipelago e saranno monitorati gli avvistamenti di foche monache, sotto la supervisione scientifica dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione dell’Ambiente). Il progetto contribuirà ad aggiornare gli attuali protocolli nazionali per la tutela della foca monaca, con il coinvolgimento diretto delle parti locali interessate. Il coordinamento scientifico e la progettazione sono a cura di Maurizio Burlando, Direttore del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Nel lungo termine l’iniziativa #Blue4ItalianMPA intende rafforzare tutti e sette i piani di gestione delle Aree Marine Protette italiane, proponendo nuove strategie di conservazione, con obiettivi specifici, misurabili e realizzabili. Il modello mira ad essere replicato in altre aree del Mediterraneo.