Dopo le prime indiscrezioni, le certezze: il governo Draghi avrebbe individuato nella zona dei siti industriali di Piombino il luogo per installare un rigassificatore. La scelta, dettata dall’urgenza di affrancarsi dalle forniture di gas della Russia in questo periodo così delicato dal punto di vista degli equilibri internazionali, sembra concretizzarsi velocemente, anche per le caratteristiche del sito, con i fondali a -20 metri del porto, ideali per il pescaggio delle navi gasiere, e la grande disponibilità di spazi demaniali tra il porto e i terreni della fabbrica.
Ma cosa è un rigassificatore e che tipo di conseguenze e rischi rappresenta la sua presenza accanto al porto turistico-commerciale di Piombino e al suo flusso turistico per l’isola d’Elba? Nell’ambito del ciclo di produzione e trasporto del gas naturale, un rigassificatore è un impianto industriale che permette di riportare il prodotto dallo stato liquido (GNL) utilizzato nel trasporto marittimo a quello gassoso utile per il trasporto terrestre ed il consumo finale. Il gas liquido arriva con grandi navi, le cosiddette gasiere, vettori altamente specializzati per un trasporto così delicato. Una struttura simile è stata installata a Livorno nei primi anni 2000, ma in quel caso si tratta di un terminale galleggiante ormeggiato a circa 22 chilometri al largo delle coste tra Livorno e Pisa.
Nel caso di Piombino le prime indiscrezioni parlano – come si legge oggi sul Tirreno – dell’ipotesi di un rigassificatore a terra onshore, situato nei terreni che si trovano tra il porto e la fabbrica.
Una bella opportunità per Piombino e la sua zona post-industriale tutta da bonificare, oltre che per l’ipotesi di indotto lavorativo che ne deriverebbe. Ma c’è anche un rovescio della medaglia, legato ai rischi della presenza come questa su un territorio che, già fortemente provato dalla riconversione del suo status di città-fabbrica, lega gran parte dei suoi progetti futuri all’accoglienza turistica. E quel rovescio della medaglia riguarda anche l’Elba, che da Piombino vede transitare i suoi flussi turistici fatti di milioni di presenze all’anno. L’isola, è bene ricordarlo, fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e del Santuario dei Cetacei.
Per la cronaca, attualmente i rigassificatori in Italia sono tre: oltre a quello Off Shore di Livorno gli altri sono a Panigaglia, nel golfo della Spezia, con una struttura a terra, e a Porto Viro, in provincia di Rovigo, con una specie di isola galleggiante a servizio dell’impianto.
Un rigassificatore a Piombino, rischi per l’Elba?
Pare confermata l'intenzione del Governo di installarlo nella ex zona industriale
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