Sanità

500 infermieri vaccinati e guariti ma sospesi dal lavoro

Landi (Lega) il Governatore Giani corregga la stortura con un'ordinanza

Marco Landi

“Ci possiamo permettere di tenere a casa 500 infermieri colpevoli di aver preso il Covid dopo la seconda dose? E’ giusto privare dello stipendio questi infermieri a causa di una norma evidentemente sbagliata? La Regione non ignori l’appello dell’Ordine delle professioni infermieristiche e vari un’ordinanza che permetta di rientrare al lavoro ai lavoratori della sanità che non hanno ancora ricevuto la terza dose perché recentemente guariti dal Covid. Un’ordinanza che non sarebbe una forzatura ma un segnale di buon senso: non siamo di fronte a lavoratori che non vogliono vaccinarsi ma a professionisti che hanno completato il ciclo primario e che non possono ancora ricevere la dose booster. Per una falla normativa queste persone sono sospese dal lavoro, con conseguente blocco della retribuzione e disagi enormi per l’organizzazione del lavoro, già difficile a causa della carenza di organico. Se non lo fa il ministro Speranza lo faccia il presidente Giani”.

Lo scrive il consigliere regionale della Lega Marco Landi, annunciando una mozione con cui chiede alla Giunta regionale di varare un’ordinanza che consenta alle persone soggette all’obbligo di vaccinazione contro il Covid di rientrare al lavoro anche senza la terza dose, purché abbiano completato il ciclo primario. La norma prevede infatti che gli esercenti delle professioni sanitarie, così come il personale della scuola, della Difesa e delle Forze dell’ordine, possano essere impiegate solo se hanno ricevuto tre dosi di vaccino, non contemplando il caso in cui la persona si è ammalata ed è guarita dopo la seconda dose, e che quindi deve attendere quattro mesi prima di ricevere la terza.

“In Toscana, come nel resto d’Italia, medici, infermieri, operatori sanitari hanno dimostrato capacità, passione, disponibilità e abnegazione. Oggi meritano che la Regione e il Governo traducano in fatti quella stima di cui sono stati generosi a parole. La Toscana sia capofila e faccia capire al ministro Speranza che ammettere di aver sbagliato a scrivere una norma è un atto apprezzabile e che una correzione è necessaria per i lavoratori e per il buon funzionamento della macchina sanitaria”, conclude Landi.

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