Sul dissalatore all’isola d’Elba, si moltiplicano gli interventi pubblici di chi è pro e di chi è contro. Ecco di seguito la posizione dell’Autorità idrica Toscana.
“Il progetto del dissalatore di Mola è un’opera strategica della regione Toscana, riconosciuta dalla presidenza del consiglio dei Ministri ed è fondamentale per la messa in sicurezza dell’Isola d’Elba. I costi di realizzazione – spiega AIT – sono totalmente coperti dal piano economico e tutti gli atti del progetto hanno passato il vaglio di una decina di istituzioni pubbliche. Infatti l’attività di monitoring sul progetto è già stata eseguita, e il Comune di Capoliveri, fino a qualche anno fa, ha sempre dato parere positivo alla costruzione dell’opera. Successivamente alcuni amministratori del Comune hanno cambiato idea, ma i loro ricorsi sono stati sempre respinti”.
A riprova di come il dissalatore serva all’Isola, l’ Ente riporta il parere di docenti universitari, geologi, ingegneri idraulici ed esperti ambientali: “L’Elba non ha risorse sufficienti per l’autonomia idrica, il tubo sottomarino è oltre il tempo di vita tecnico e l’acqua della Val di Cornia non è sufficiente e si sta rapidamente deteriorando dal punto di vista della qualità. Questi argomenti sono basati sulla conoscenza approfondita del territorio elbano e del progetto del dissalatore: non sono opinioni, sono dati misurati, sono informazioni certe e provate da accademici di chiara fama”.
“La condotta sottomarina potrebbe rompersi”
L’Autorità Idrica poi pone nuovamente l’attenzione sulla grande condotta sottomarina che rifornisce d’acqua l’Elba: “Potrebbe rompersi anche perché sottoposta a sollecitazioni ben superiori a quelle della rete acquedottistica terrestre. Questo metterebbe l’Elba in uno stato di emergenza assoluta, anche dal punto di vista della salute pubblica”.
“Abbiamo svolto seminari pubblici e incontri di approfondimento seri – conclude AiT -, che hanno fornito ampie rassicurazioni ed evidenze scientifiche sul buon funzionamento dei dissalatori da parte di dirigenti dell’Istituto Superiore di Sanità, studiosi internazionali e ingegneri che operano nel settore. C’è il sostegno da parte di alcuni amministratori locali, delle categorie industriali e artigianali dell’isola”
Francesco Semeraro
Anche il laghetto del Condotto era, con gli altri 20 previsti un’opera necessaria abbandonato prima della messa in servizio dopo vagonate di euro spesi e sconquassi di strada e terreni.
Anche in quel caso quell’opera che non era più di una pozzanghera doveva dissetare gli Elbani solo che dell’acqua non vi era traccia se non si portava da valle come è stato fatto solo che non si era pensato ai trafilamenti perché il terreno non era a tenuta stagna e l’acqua immessa finiva nelle falde sottostanti. Inoltre si è costruito quella pozzanghera sotto un cantiere di calcestruzzo che lava le betoniere di produzione con scarico nel laghetto/ pozzanghera. Brutta esperienza per voi e se tanto mi darà tanto anche il dissalatore, opera vecchia e obsoleta come studio e tecnologia in Italia si conterà un’altra cattedrale non nel deserto ma sul territorio che una volta era terra balneare di pregio.
Per favore lasciate perdere siate più modesti a dimostrarlo c’è la pozzanghera del Condotto che di certo hanno pagato gli Elbani. Solo che la pozzanghera non avvelenava le falde acquifere mentre il mostro con i residui del lavaggio delle membrane avvelenera’ i nostri figli e nipoti e se in futuro abiterete qui anche voi berrete acqua avvelenata grazie a un’opera inutile.
Francesco Semeraro.
30 Gennaio 2022 alle 20:42