Portoferraio

L’infermiere:” Ecco come ho salvato la vita a quell’uomo”

Iacopo Bracciotti "Fondamentale il defibrillatore, grazie a chi ha collaborato"

L'infermiere Iacopo Bracciotti

Iacopo Bracciotti un giovane infermiere di 34 anni in servizio al pronto soccorso dell’ospedale di Portoferraio è stato protagonista del intervento ad un novantasettenne colpito da arresto cardiaco. Erano circa le 12.30 di mercoledì quando l’uomo, residente nel centro storico di Portoferraio, mentre stava rientrando nella sua abitazione dopo essere andato a fare la spesa, si è accasciato a terra, vicino alla Porta a Mare di Portoferraio. Fortunatamente stava passando di lì Bracciotti che ha perso in mano la situazione. “Quando ho visto persone intorno ad un uomo a terra mi sono subito avvicinato – racconta – ho aperto i vestiti, ho ascoltato il torace e ho subito iniziato il massaggio. Era stata chiamata l’ambulanza ma arrivava dall’altra parte dell’isola e nell’attesa l’unico modo per salvarlo era trovare un defibrillatore. Sono istruttore Blsd e so che in questi casi ci sono dei protocolli specifici, e solo quelli, da mettere in pratica, con azioni tutte in sequenza”. Da alcuni mesi Bracciotti è istruttore di Basic Life Support Defibrillation, ovvero di supporto base alle funzioni vitali. Recentemente ha completato un corso formativo specifico con il 118 della Versilia, finalizzato ad ampliare la possibilità di risposta del servizio di emergenza su tutto l’ambito territoriale della zona elbana. La professionalità, unita al reperimento del defibrillatore, ha permesso di salvare l’uomo. “Faccio questo mestiere da tanti anni – continua – ed è la prima volta che mi capita di recuperare un arresto cardiaco con un defibrillatore . E infatti la prima cosa che ho cercato di fare è stato di far collaborare i presenti perchè trovassero un defibrillatore automatico. E’ stato preso quello disposizione della Capitaneria di Porto ed ha permesso di risolvere la situazione. “E dopo due minuti di massaggio dalla scarica – continua – il paziente ha iniziato a tossire. Quando è arrivata l’ambulanza l’uomo era recuperato ed emodinamicamente stabile. A quel punto ho attaccato il loro defibrillatore perché quello che avevo si stava scaricando”. Importante, secondo Bracciotti che ha gestito con calma e professionalità tutta la situazione, è stata la collaborazione delle persone che erano accorse quando avevano visto l’uomo sentirsi male. “Essermi interfacciato in maniera tranquilla – aggiunge – ha fatto lavorare bene anche le persone che erano lì. Essere calmo e deciso mi ha permesso di ottenere collaborazione coordinando i presenti. Questo dimostra l’importanza del ruolo che può avere un infermiere formato e soprattutto la presenza di un defibrillatore. Ce ne dovrebbero essere molti di più ”. Fondamentale la professionalità dimostrata da Bracciotti in questo difficile momento, come hanno tenuto a sottolineare dalla direzione aziendale, il dipartimento infermieristico e tutta la Asl Toscana Nord Ovest nel ringraziarlo. “La sua prontezza e capacità professionale – scrive l’azienda – assieme all’immediato reperimento del defibrillatore ha permesso di stabilizzare le condizioni e salvare l’uomo”. L’infermiere è stato supportato da volontari del Santissimo Sacramento che si trovavano in zona e dal personale della Pubblica Assistenza di Porto Azzurro, attivato dal 118, che ha poi provveduto a trasportare in ambulanza l’uomo al pronto soccorso dell’ospedale per accertamenti e le cure del caso .

Una risposta a “L’infermiere:” Ecco come ho salvato la vita a quell’uomo”

  1. Fabrizio Sabbatini Rispondi

    Grande persona e meraviglioso profesdinista. Io sono un romano che possiede una casa all’Elba una settimana fa qui a Roma ho assistito ad un incidente di moto per fortuna si trattava sotanto di una frattura ad una spalla perché l’ambulanza è arrivata dopo 3 ore con il ferito è rimasto a terra al freddo e non si trovava nessun mezzo perché erano tutti impegnati e fermi nei pronti soccorso con pazienti Covid a bordo, sottolineo che i due ospedali sono il più vicino a 1 chilometro dal luogo dell’incidente il più lontano a 3. Tra Portoferraio e Porto Azzurro ci sono 16 chilometri di strada quindi dico grazie al valoroso infermiere e 10 e lode al 118 di Porto Azzurro. Morale della favola se fosse servito anche l’intervento di Pegaso il signore con l’infarto sarebbe stato in 1 ora presso una struttura attrezzata se fosse successo qui a Roma avremo avuto un alto morto. Sicuramente quando andrò in pensione starò più tempo all’Elba che a Roma!

    29 Gennaio 2022 alle 22:58

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