Con sentenza del Tribunale di Livorno del 9 dicembre scorso, il titolare dell’azienda agricola fiorentina che aveva stipulato un contratto con l’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano per la cattura di cinghiali e mufloni mediante trappole dislocate sul territorio elbano nel periodo febbraio-aprile 2018, è stato condannato alla pena di un anno di reclusione ed € 2.000,00 di multa con il beneficio della sospensione condizionale della pena, in applicazione del così detto “patteggiamento” richiesto dalle parti, per i reati di truffa ai danni di un Ente pubblico, frode nelle pubbliche forniture e detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura. “Ancora una volta ringrazio il Reparto Carabinieri Parco – ha affermato il Presidente Giampiero Sammuri – per l’ottimo lavoro investigativo svolto che, in questo specifico caso, ha consentito di accertare e rinviare a giudizio chi aveva truffato l’Ente Parco. A distanza di tre anni e mezzo circa la giustizia ha fatto il suo corso e il colpevole è stato condannato.”
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Barbara Scacciati
Sono d’accordissimo!!!! Basterebbe un po’ di buonsenso ma tant’è ci sarà sicuramente chi ci guadagna a lasciare le cose invariate.
5 Gennaio 2022 alle 13:37
Helen
In tutta la Toscana è facile trovare chi vende la carne di cinghiale. All’Elba dove i cinghiale sono diventati un problema grosso per tutti non c’è tutela per e contro i cinghiale. Per questi motivi i furbi vengono di fuori isola per fare i loro comodi sempre a scopo di lucro. Personalmente penso che si poteva risolvere il problema cinghiale senza crudeltà verso l’animale visto che è stato portato qui per scopo venatoria. Mettiamo una macello e dopo vende la carne. Lasciando qualche cinghiale per continuare a macellare quando la stagione è giusta. Sottolinea sono contro la caccia di qualsiasi animale e non sono vegetariana
5 Gennaio 2022 alle 10:46