Riceviamo dalle due associazioni culturali del territorio campese un intervento sui ritrovamenti di alcune testimonianze della vita passata nelle aree percorse dal fuoco nell’ottobre scorso nella zona Castancoli – Sassi Ritti- Moncione
Dopo l’incendio dello scorso ottobre che ha distrutto diversi ettari di macchia mediterranea nella zona di Castancoli –Sassi Ritti – Moncione, nel comune di Campo nell’Elba, ci siamo recati nelle zone interessate dall’incendio per un sopralluogo del territorio, ormai spoglio del verde della macchia e oggi ridotto ad una distesa di rami anneriti dalle fiamme. Spesso però queste calamità , certamente prodotte da una mano scellerata , possono riservare un risvolto positivo per meglio conoscere cosa veniva celato dagli arbusti delle eriche e dai cespugli di irto che per anni erano cresciuti nel territorio. Orbene, durante il cammino ai nostri occhi si presentavano i vecchi muri a secco cerati dai contadini di San Piero utilizzando sapientemente il granito che la natura ha prodotto in maniera così copiosa. Con meraviglia abbiamo scoperto la maestria degli scalpellini sampieresi degli inizi del 900 ed ancor più le capacità di saper regimare le acque piovane deviandole, di volta in volta, lungo il declivio in canalette capaci i smorzare la capacità distruttiva delle piogge abbondanti . ma l’acqua era anche un elemento importante per dissetare gli animali che ogni contadino aveva certo con sé: l’asino innanzitutto, e sicuramente per alcuni, gli ovini e caprini. Sapientemente creavano dei piccoli invasi con muretti in granito in modo da trattenere discrete quantità d’acqua anche per irrorare gli orti che fornivano loro fagioli , pomodori, ortaggi vari . nel vedere questi terrazzamenti ci si rende conto di quanto dura fosse la vita in quei tempi ormai passati e quanto sudore versato nel creare questi muri in granito, nel dissodare il terreno per porre a dimora i maglioli impiantati per produrre con gli anni quelle viti che avrebbero ripagato tante fatiche con abbondanti uve nei tempi della vendemmia. E quanti viaggi con l’asino lungo quei sentieri che dal lontano paese di san Piero portavano alle colture. Ancora oggi sulle lastre di granito dei sentieri sono evidenti le tracce del continuo calpestio degli animali , protrattosi per decine di anni. Che dire poi del recinto che solo oggi possiamo ammirare nella sua interezza salendo ancora lungo il pendio che sale verso Pietra Murata . Un grande muro a secco largo più di un metri che unisce vari scogli emergenti e formano il “Chiuso dei bovi”, creato da un macellaio del paese, Aristodemo ( Aristide) Montauti per tenere al pascolo e all’ingrasso gli animali destinati poi alla macellazione e alla vendita nella macelleria del paese. Proprio per far conoscere e valorizzare queste antiche testimonianze create dai nostri antenati, i responsabili del Gruppo Storico Culturale La Torre e del Circolo Culturale le Macinelle hanno proposto all’amministrazione comunale un progetto di bonifica di una porzione significativa di questo territorio , in modo da integrare il percorso culturale già attivo da molti anni delle “Vie del Granito” con queste importanti emergenze riconducibili alle attività agricole del secolo sorso, sì da mostrare ai visitatori locali e stranieri che si recheranno lungo questi sentieri, quanto dura , ma allo stesso tempo quanto sapiente, sua stata la vita dei nostri predecessori vissuto nei paesi del circondario. La nostra proposta è stata accolta favorevolmente dal sindaco Davide Montauti , il quale ha visitato recentemente il territorio che si intende salvaguardare.
Giorgio Giusti e Gian Mario Gentini, presidenti delle due associazioni culturali del territorio comunale