Sanità

Infermiere di famiglia, parte il servizio per 20.000 elbani

Nei prossimi mesi l’attività sarà estesa anche al territorio del comune di Portoferraio

Dal 29 dicembre il servizio dell’infermiere di famiglia e di comunità parte – in Asl Toscana nord ovest – anche nella Zona Distretto dell’Elba. In questa prima fase saranno interessati i comuni di Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina, Porto Azzurro e Rio per un totale di circa 20.000 abitanti che potranno contare su 8 infermieri di famiglia e comunità. Nei prossimi mesi l’attività sarà estesa anche al territorio del comune di Portoferraio.

L’introduzione di questa importante figura a livello territoriale è stata voluta dalla direzione aziendale, dal dipartimento infermieristico ostetrico, dal dipartimento della medicina generale e dal dipartimento delle cure primarie, unitamente alla direzione della zona distretto dell’Elba.

La nuova modalità di organizzare l’assistenza infermieristica sul territorio, promossa dalla Regione Toscana, è centrata sulla persona e sulla famiglia nella lettura della globalità delle loro necessità.

In pratica il cittadino avrà un unico infermiere come punto di riferimento per tutti i suoi bisogni.

L’ambito domiciliare è infatti l’ambito preferenziale in cui perseguire gli obiettivi di salute dei singoli e delle famiglie.

Il nuovo modello, nel rispetto della territorialità e della prossimità, prevede che ad ogni infermiere sia affidato un gruppo di popolazione identificato geograficamente.

Ciascun assistito e familiare può così confidare sulla presenza dell’infermiere di famiglia e comunità di riferimento.
Questo modello organizzativo rafforza il territorio, tenendo conto del fabbisogno quotidiano della cittadinanza all’interno di uno scenario sociale e familiare sempre più complesso.

La scelta del nuovo modello è frutto della volontà di garantire risposte adeguate, appropriatezza clinico-organizzativa e soprattutto competenze multidisciplinari messe al servizio dei cittadini nei momenti di loro maggiore fragilità.

Il nuovo modello nasce quindi per avvicinare la risposta sanitaria al domicilio del paziente, in modo da aiutare i cittadini ad accedere in maniera sempre più appropriata ai servizi sanitari e sociosanitari territoriali.

Il servizio è condotto in stretta integrazione con il medico di medicina generale e con gli altri professionisti della salute che operano nella rete territoriale. L’infermiere di famiglia e di comunità orienta infatti persone e famiglie nella complessa rete dei servizi territoriali facilitandone l’accesso e la continuità assistenziale.

Si tratta, fra l’altro, di un passo avanti nell’ottica dei principi presenti anche nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), il documento predisposto dal governo italiano e che illustra quali progetti l’Italia intende realizzare grazie ai fondi dell’Unione europea.

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