È stata pubblicata su alcune testate la notizia che il Consiglio Regionale Toscano sarebbe favorevole alla realizzazione di murales sul muro di cemento armato che, in Pianosa, separava l’area civile da quella carceraria e conosciuto col nome di “Muro Dalla Chiesa”. Il Consiglio sarebbe anche favorevole a supportare economicamente tale realizzazione.
L’Associazione per la Difesa dell’Isola di Pianosa è fortemente contraria a questa iniziativa. Questo muro, inutilizzato anche ai tempi del carcere, rappresenta solo una ferita, che taglia in due l’isola. Una bruttura a livello estetico e paesaggistico e una pesante barriera ambientale.
Qualsiasi iniziativa che miri al suo recupero o valorizzazione è negativa e inappropriata, perché ne approverebbe l’esistenza stessa, riconoscendole un valore che non ha.
Oltre a deturpare una delle spiagge più belle dell’isola, il muro costituisce una barriera di separazione ai liberi scambi faunistici e, inoltre, impedisce fisicamente alla sabbia, che si genera per erosione nell’area della “ex colonia”, di raggiungere la spiaggia, ostacolandone il ripascimento naturale e favorendone l’arretramento, già pesantemente agevolato dal cambiamento climatico.
Il muro, edificato negli anni ’70 senza alcuna attenzione alle caratteristiche dell’ambiente circostante, trancia in due la Villa Romana di Agrippa e la sua ombra incombe molto pesantemente e in modo opprimente sui resti romani.
Per questo diciamo no a qualsiasi forma di valorizzazione di questo obbrobrio. L’impegno delle istituzioni dovrebbe essere quello del suo abbattimento con relativa rimozione delle macerie. Un’azione certamente non facile, ma unica meritevole da attuarsi.