L'iniziativa

Convegno del comitato per la difesa di Lido e Mola

Invitati biologi marini, geologi, tecnici amministrativi e parlamentari

Il dissalatore a Mola in una ricostruzione

“In questi ultimi due mesi abbiamo lavorato molto per contrastare la follia della realizzazione del dissalatore di Lido/Mola – dice Leonardo Preziosi presidente di Italia Nostra Arcipelago Toscano – Abbiamo cercato di mettere insieme tutte le forze che la pensavano nello stesso modo e siamo riusciti a creare un fronte comune molto importante che sta affiancando il Comune di Capoliveri nel tentativo di fermare questo attacco all’ambiente che ci toccherebbe veramente da vicino.”
Italia Nostra e Fondazione Isola d’Elba hanno infatti creato il Comitato per la difesa di Lido e Mola (CDLM) affiancando il Comune di Capoliveri nel tentativo, per ora non riuscito, di convincere l’ Autorità Idrica Toscana a cambiare destinazione e modalità progettuali all’impianto.
“Recentemente abbiamo più volte richiesto un confronto senza ricevere risposte. – continua Preziosi – Abbiamo a che fare con istituzioni che non considerano la partecipazione dei cittadini.”
Il Comitato ha un ampio seguito di residenti e proprietari di seconde case nel Comune di Capoliveri nel quale il progetto dovrebbe essere realizzato e da parte dei soci di Italia Nostra e dei soci della Fondazione Isola d’Elba che esprime il meglio dell’imprenditoria elbana. Attraverso varie osservazioni presentate dai suoi componenti nei tempi e nei modi di legge, il Comitato è riuscito ad ottenere qualche lieve risultato ma soprattutto non ha ottenuto che l’opera fosse sottoposta a VIA (valutazione di impatto ambientale).
“Dopo la recente autorizzazione del senato al Ddl 1571 “Salvamare” – informa Preziosi – abbiamo richiesto all’Autorità Idrica Toscana , riferimento regionale di ASA, di rivedere il progetto per sottoporlo alle prescrizioni di detto Ddl , anche se non ancora definitivamente approvato essendo in seconda e definitiva lettura alla Camera. Ma anche a tale richiesta non è stato dato seguito in quanto il progetto è stato dichiarato non assoggettabile alla VIA attraverso l ‘ escamotage di un decreto regionale.”
“A questo punto abbiamo deciso di organizzare un evento che dovrà avere una cassa di risonanza nazionale. Il 22 gennaio 2022 – annuncia Preziosi -avremo un importante convegno a Portoferraio al quale parteciperanno relatori competenti nel settore (biologi marini, geologi, amministrativisti) e rappresentanti della Camera e del Senato che hanno presentato interrogazioni parlamentari a supporto di questa nostra iniziativa. L’obiettivo del Convegno è semplicemente quello di informare la popolazione in un modo finalmente chiaro e trasparente che il dissalatore crea fatalmente dei danni irreversibili all’ambiente”
“E questo lo faranno relatori di altissimo livello che metteranno in evidenza i punti deboli del progetto spiegando invece che l’acqua all’Elba c’è; si tratta solo di volerla e saperla estrarre e poi gestire…..cosa che ASA ha più volte ormai dimostrato di non voler e saper fare.Ne abbiamo testimonianze quotidiane attraverso le esperienze che ciascuno di noi ha con questa società da anni. Quindi in sostanza – dice Preziosi – ci proponiamo di costringere ASA e AIT a tornare sui propri passi, a limitare le perdite dell’attuale condotta sottomarina, a costruirne una nuova in parallelo, ad utilizzare i risultati della indagine che la stessa AIT ha commissionato all’Università di Siena nel 2019 che avalla questo assunto e propone la creazione di 6 invasi di stoccaggio.”
“Tutti coloro che condividono questo approccio – conclude il presidente di. Italia Nostra Elba Arcipelago – sono invitati fin da ora a partecipare all’evento del 22 gennaio, preferibilmente in presenza ma comunque eventualmente su piattaforma. Nel frattempo prego ciascuno degli interessati a consultare il sito elbanodissalatore.it e la pagina Facebook CDLM comitato per la difesa Lido e Mola”

Una risposta a “Convegno del comitato per la difesa di Lido e Mola

  1. Marcello Meneghin Rispondi

    A mio avviso alla base di ogni iniziativa dovrebbe essere posto l’errore di base che si sta commettendo con la decisione del dissalatore, come vado a dimostrare.
    Il problema idro potabile dell’Elba ha delle caratteristiche peculiari che devono essere rilevate. Durante le stagioni autunno, inverno e e primavera e cioè per la maggior parte dell’anno non sussistono deficienze. Gli utenti consistono solo nei residenti fissi ed il tempo piovoso garantisce buone portate sia delle fonti della Val di Conia e sia di quelle elbane. Il problema sorge soltanto in un breve periodo estivo durante il quale i consumi sono elevati per la presenza dei turisti e contemporaneamente la siccità provoca un grande calo in tutte le fonti. Questo ha un significato preciso: all’Elba è sbagliato parlare di volumi di acqua annui bisogna invece considerare quello che succede in detto periodo di crisi. Se lo si esamina si deve constatare che si tratta al massimo di una quarantina di giorni di grandi consumi idropotabili. Se esaminati in dettaglio si vede come in quel periodo ci siano alcuni giorni di consumi eccezionali e se si scende al dettaglio di quei giorni si nota come in essi sussistano delle ore per esempio dalle 9 alle 11 del mattino ed alle 17-20 della sera, nelle quali i consumi sono eccezionalmente elevati. Si tratta di escursioni di portata elevatissimi con punte di consumo così alte che in tutto l’ultimo ventennio non si è mai riusciti a farne fronte se non con interventi come la chiusura oraria del servizio pericolosissimi non tanto per il disagio provocato agli utenti quanto invece per il grande pericolo che la mancata pressione delle condotte stradali (tra l’altro colme di perdita) provocasse infiltrazioni di acque esterne con gravi problemi igienici da acqua non utilizzabile ai fini potabili. Occorre rilevare la caratteristica di questi consumi esageratamente elevati che è quella di richiedere portate elevatissime ma per periodi brevissimi. Lo ripeto all’Elba occorrono portate elevate per periodi molto brevi. Ora per ovviare a questo problema c’è un solo metodo esclusivo: occorrono serbatoi perchè è solo un serbatoio che è in grado di dare per brevi durate portate elevatissime. Ora questa necessità inderogabile non viene mai messa in luce così come non viene mai messo in luce che la cinquantina di serbatoi esistenti per circa 300000 (trecentomila mc di capacità totale) non sono in grado di effettuare in maniera adeguata questo sevizio di compensazione di portate perché sono destinati ad un altro uso in quanto molti serbatoi devono alimentare a altri serbatoi posti in serie.
    In conclusione all’Elba manca assolutamente la possibilità di coprire le punte elevate perché manca una struttura capace di fornire, fortunatamente per per brevi durate, portate dì acqua elevatissime cioè un capace serbatoio. Una volta determinata qual è la citata necessità primaria cosa si fà all’Elba? Ebbene si costruisce una struttura che è in grado di dare soltanto una portata fissa. In dettaglio il dissalatore darà 80 litri al secondo ma non sarà in grado nemmeno di darne 81 litri al secondo-. In sostanza si pensa di costruire l’unica struttura che non risolve per nulla quello che, come detto, è il vero problema elbano. All’Elba quello che manca sono i serbatoi! pensate che nemmeno il dissalatore avrà un suo serbatoio atto ad accumulare le proprie portate notturne.
    Nessuna decisione poteva essere più sbagliata di quella in atto. del dissalatore!
    Marcello Meneghin
    tel. 3282124108
    mail : altratecnica@gmail.com
    Sito : altratecnica.it

    13 Gennaio 2022 alle 16:21

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