Caro Sindaco,
dall’inizio della pandemia chi doveva recarsi all’ufficio postale di Via Manganaro doveva attendere il proprio turno fuori, fortunatamente sotto il porticato, ma era costretto a stare in piedi. Sarebbe stato un gesto quanto mai opportuno e senz’altro generoso da parte di Poste italiane mettere qualche seduta a disposizione di persone anziane o con difficoltà motorie. Ma non l’ha fatto. Non si è mossa a compassione dei suoi clienti più “fragili”.
Qualche tempo fa un’ “anima buona” aveva portato sotto il porticato dell’Ufficio postale alcune sedie. L’iniziativa era stata molto apprezzata. Erano piuttosto vecchiotte, non tutte uguali, ma comunque servivano a far sopportare meglio il tempo di attesa, spesso non breve. Penso, ad esempio, ai giorni in cui vengono pagate le pensioni.
Non posso credere che Poste italiane non si sia attivata per difficoltà di bilancio. Ha addirittura alle proprie dipendenze un Dirigente che deve curare i rapporti con i cittadini. Ma evidentemente non rientra nella strategia aziendale cercare di eliminare quei disagi che alcuni suoi “clienti”, di questi tempi, devono subire prima di riscuotere la pensione o di fare un pagamento.
Sono andato giorni addietro a ritirare una raccomandata. Con mia spiacevole sorpresa di quelle utilissime sedie donate da una sconosciuta “anima buona”non ne ho vista neppure una. Chi l’abbia fatte sparire resta un mistero. Ho un vago sospetto, ma non disponendo di alcuna prova, mi taccio.
Ho allora deciso, caro Sindaco, di scriverti questa lettera, perché sono certo che Poste italiane continuerà a non aver compassione di chi ha difficoltà a dover attendere in piedi e che il Dirigente addetto al …………….“customer care” ( così si deve dire!) continuerà ad occuparsi di altro.
Vedi di fare qualcosa. C’è bisogno solo di quattro/cinque “seggiole”, non di divani o poltrone Sofà! Cerca di spendere la tua Autorità per porre fine a questa inaccettabile, incresciosa vicenda.
Ti saluto con fiducia.
Giovanni Fratini, pensionato.
La lettera
“Caro sindaco servono due sedie all’ufficio postale”
di Giovanni Fratini, pensionato
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