L’evoluzione storica dei vaccini è stato questo il tema della conviviale del Rotary Club isola d’Elba, tenutasi sabato 13 novembre, a Portoferraio. Un argomento interessante nonché strettamente attuale, come sottolineato dal presidente del club Sergio Cavaliere prima di cedere la parola ad un relatore d’eccezione: Lo Specialista in Chirurgia Generale e Chirurgia Vascolare professore Mario Sianesi, amico rotariano, socio del Club Parma Est, che vanta un curriculum di tutto rispetto. Già Direttore incaricato della Patologia Speciale Chirurgica, Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma, dal settembre 1993 al settembre 1998, il professore Sianesi ha ricoperto il ruolo di Direttore della Clinica Chirurgica e Trapianti d’Organo sino al 2016, con relativo insegnamento di “Clinica Chirurgica” per gli studenti del V e VI anno. Ha inoltre svolto attività didattica in otto Scuole di Specialità; Direttore della Scuola di Specialità in Urologia dal 2000 al 2014, e Vice Direttore del Dipartimento di Scienze Chirurgiche dal 2002 al 2016. Presidente della SICU (Società Italiana Chirurghi Italiani) nel biennio 2009-2011, con un’attività clinica alle spalle, come primo operatore, che si compendia in oltre diecimila interventi, il professore è altresì autore di ben 323 pubblicazioni scientifiche a stampa, oltre a capitoli monografici su vari trattati e di tre monografie. La relazione è stata articolata in due fasi ben distinte: la prima, prettamente storica, ha incluso un arco temporale compreso tra la scoperta del primo vaccino all’introduzione di questa metodologia nel nostro paese. Il termine “vaccinazione” nasce alla fine del 1700 quando venne scoperto un metodo per sconfiggere le malattie infettive impedendo il contagio dei soggetti sani. Tale merito spetta a Edward Jenner, brillante Medico e ricercatore inglese che, nel 1796 innestò nel braccio di un bambino di 8 anni una piccola quantità di materiale purulento prelevato dalle ferite di una donna malata di Vaiuolo Vaccino, la forma di Vaiolo che colpiva i bovini e, in forma cutanea lieve, anche gli allevatori. Il bambino non ebbe nessun disturbo e in seguito Jenner dimostrò che il piccolo era diventato immune alla forma umana del Vaiolo. In Italia, le vaccinazioni furono introdotte verso la fine del 1800, sulla spinta delle esperienze acquisite in Europa, con il vaccino contro il vaiolo e le ricerche sui batteri di Pasteur e Koch.
La prima vaccinazione ad essere introdotta fu, appunto, quella antivaiolosa, resa obbligatoria dalla legge Crispi-Pagliani (1888). Nel 1939 venne resa obbligatoria la vaccinazione antidifterica entro i primi due anni di vita. A partire da quell’anno vennero introdotte, come programmi di immunizzazione universale dei nuovi nati, le vaccinazioni contro le seguenti malattie: Difterite, Tetano, Poliomielite, Pertosse, Rosolia, Morbillo, Parotite, Epatite B, Haemophilus influenzae b. Le vaccinazioni contro Difterite, Tetano, Epatite B e Poliomielite (quest’ultima tutt’oggi oggetto di pressanti campagne mondiali del Rotary Club, impegno protratto da oltre 35 anni e volto alla sua eradicazione) sono state introdotte come obbligatorie, e l’obbligatorietà permane tuttora. La seconda parte si è quindi articolata su una descrizione del procedimento stesso con cui il vaccino riesce ad ostacolare lo sviluppo del virus. Sul finire della piacevole serata, dopo le molte domande poste dai soci del Club, è intervenuto il dottor Riccardo Palombo, socio e caro amico del Rotary Club isola d’Elba, che, leggendo alcuni passi della “Rivista italiana di studi napoleonici del 2011” ha descritto gli eventi che portarono all’introduzione prima, ed alla diffusione poi, del vaccino contro il vaiolo sul territorio elbano. Un interessante ricostruzione storica che è stata anche sapientemente attualizzata mostrando come le reazioni, i dubbi ed i timori mostrati dalla gente del tempo nei confronti del nuovo strumento di prevenzione ricalca quelle stesse preoccupazioni che ritroviamo oggi di fronte alla necessaria vaccinazione al Covid-19.