L'intervento

Lavoriamo tutti per alzare l’ambizione dell’Isola d’Elba

di Francesco Guidara*

“Davvero di Portoferraio? E ci torni spesso?”
Non so quante volte mi sono sentito ripetere questa domanda negli ultimi 25 anni. Quando mi capita di dire che sono elbano, in qualunque contesto, in qualunque luogo, la reazione è sempre la stessa. Un sorriso, un episodio e poi la curiosità di sapere qualcosa dell’Elba.
Non so se accade anche a voi, a me sempre.
Un po’ forse è naturale questa curiosità, perché noi elbani siamo pochi. Trentamila persone (ci vorrebbero due isole d’Elba per riempire San Siro), perlopiù fedeli allo scoglio, volenterosi di prendere l’ultima nave per rientrare a Portoferraio. Ma la domanda e la reazione che vedo negli occhi delle persone – che meno la conoscono – svelano qualcosa di più: una foto ingiallita ma conservata, un ricordo che si riaccende e che si srotola negli anni ‘80.
“Ci venivano i miei genitori, ed ho trascorso da voi anni splendidi”, mi ricordava qualche giorno fa un medico a Milano, appena conosciuto.
Chi ha sfiorato l’Elba nella sua vita, ne porta spesso con sè un ricordo piacevole.
Dovremmo partire da qui, da questo capitale di simpatia, da questa premessa di positività che le persone concedono alla nostra isola, e a noi.
Non so se ce le meritiamo fino in fondo, ma so che dovremmo farne tesoro.
Per cosa? Per lavorare su un terreno fertile e pregiato, per costruire una identità più forte della nostra isola. Per disegnare quello che oggi per le imprese si chiamerebbe Purpose.
Il motivo di fondo per il quale qualcosa esiste, ciò che la distingue sui mercati e nella più ampia arena delle percezioni. Vale per le imprese, ma vale anche per i luoghi, per le persone, per le esperienze.
Cos’è l’Elba nel 2022? Cosa la distingue, cosa la rende unica?
Che tipo di esperienza offre? E perché preferirla?
Rispondere a queste domande significherebbe scrivere il Purpose della nostra isola, sganciarci da un proposta generalistica un po’ fuori tempo e avere una piattaforma contemporanea su cui impostare – un istante dopo – politiche di attrattività più efficaci, più coerenti con le evoluzioni della domanda sul mercato, più robuste nel confronto con la concorrenza sia in Italia che in Europa.
Questa è la stagione migliore per scolpire l’identità della nostra isola, e farlo in modo profondo.
Lo è perché usciamo da una pandemia che ha lasciato, dietro di sé, sofferenze ma anche qualche cambiamento strutturale interessante. Il primo dei quali è la separazione fra l’esperienza del lavoro e la sua fisicità. E questo – per un qualunque luogo devoto all’accoglienza – si chiama opportunità.
E’ l’ora di ancorarci a ciò che il mercato cerca, apprezza, premia e uscire da un’offerta un po’ sfuocata, buona per ogni stagione o forse per nessuna.
Ernesto Ferrero, sulle colonne di questo giornale, individuava un tratto dell’anima dell’Elba nel mondo della cultura. Non potrei essere più d’accordo. Ma si potrebbe esplicitare la vocazione anche su altre aree: la sostenibilità (nei prossimi 40 anni sarà uno dei grandi motori dell’economia e del marketing territoriale, lo stiamo prendendo in considerazione?), il benessere, la formazione specialistica (che sarà sempre meno nelle aule), il design e molto altro.
Cosa serve? Lavorarci, alzare l’ambizione e la sognabilità della nostra isola.
Farlo insieme ai nostri amministratori, agli imprenditori che hanno costruito in questi anni prodotti di eccellenza, ai professionisti e ai tanti elbani che – a casa o sparpagliati in giro per il mondo – si sentono ogni giorno ambasciatori di un luogo meraviglioso.
Ci vogliamo provare?

Francesco Guidara

*Francesco Guidara è dal 2013 Direttore Marketing e Business Development di The Boston Consulting Group per l’Italia, la Turchia e la Grecia.

Giornalista professionista dal 1996, è stato caporedattore centrale di Class CNBC, curandone il lancio in Italia e responsabile delle Corporate Televisions del gruppo Class.

Precedentemente ha lavorato come giornalista in Mediaset (1993-2001) e nel gruppo L’Espresso (1988-1993).

Appassionato di comunicazione finanziaria, branding e marketing, è docente di Disclosure Governance and Capital Markets presso l’Università La Sapienza di Roma.

Per Egea Bocconi ha pubblicato nel 2011 il volume “La comunicazione finanziaria. Come dialogare e convincere il mercato”.

E’ laureato in Scienze Politiche e in Storia, ha conseguito il titolo Executive MBA presso la Sda Bocconi e – successivamente – la specializzazione presso la Harvard Business School in Negotiation and Competitive Decision-Making.

Nato a Portoferraio ha 46 anni, Sposato, ha tre bambini,

5 risposte a “Lavoriamo tutti per alzare l’ambizione dell’Isola d’Elba

  1. Cav. Dott. Bruno Giusti Rispondi

    Sono nato dell’Elba da quando a 20 anni ho lasciato l’Elba ma avendo girato il mondo per il mio lavoro in posto che vado porto L’Elba nel mio ❤ sempre !!!

    15 Novembre 2021 alle 14:06

  2. Mauro Marinari Rispondi

    Servono indubbiamente degli stimoli intellettuali e progetti per il futuro.
    Ma parallelamente servirebbe una classe dirigente di amministratori locali , del PNAT, del mondo imprenditoriale per il turismo e per i collegamenti ( marittimi e aerei) in grado di investire e migliorare gestire a livello europeo sua le infrastrutture sul suolo elbano cone e quello dell’accoglienza dei turisti rendendole compatibili con il territorio e le sue bellezze .
    E quindi la vedo difficile stando a ciò che è la pessima situazione attuale.

    14 Novembre 2021 alle 16:46

    • Paola Bertani Rispondi

      Qualità e competenza sono sicuramente le chiavi per riuscire. In ogni campo l’isola offre grandi possibilità. Personalmente mi occupo di cioccolato e so che è possibile veicolare l’eccellenza isolana in un prodotto che possa essere rappresentativo. I problemi principali restano il difficile dialogo tra amministrazioni locali e imprenditori e la poca capacità collaborativa tra le varie parti. Conosco tanti imprenditori elbani capaci e propositivi e tutti lamentano lentezze burocratiche e difficoltà poste da chi uno sviluppo sembra non volerlo.

      15 Novembre 2021 alle 12:08

  3. Kathy Rispondi

    Sarò per primis aiutarvi. Vengo da un isola nel mezzo atlantico e so quanto stupenda l’isola d’elba è ma anche quanto bellezza possiamo aggiungere. Bisogna a questo punto pensare di una qualità di turismo invece di questa quantità che per gli Elbani non è sostenibile per niente.

    14 Novembre 2021 alle 12:13

  4. Alessia Cesari Rispondi

    Grazie Francesco per questo tuo intervento!
    Immensa gratitudine a te per avermi fatta sentire fiera ed al contempo motivata!
    Le parole giuste hanno un potere catartico e le tue (ricordi splendidi/terreno fertile/ pregiato/scolpire identità/ alzare ambizione/ sognabilita’) mi hanno aperto il cuore ed anche la mente!
    Sganciarci dalla proposta generalista è la carta vincente!
    Ritengo si debba partire dalle basi, ossia dalla formazione imprenditoriale (in primis nell’accoglienza) spesso sostituita da improvvisazione che produce, giocoforza, carenza di professionalità.
    Cultura si, sostenibilità certamente, benessere, alta formazione, design potrebbe essere, ed aggiungo tutto ciò che riguarda la sfera esperienziale
    E si, ci vogliamo provare!

    14 Novembre 2021 alle 10:06

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