Abbiamo già utilizzato (diverse volte) la figura dell’Imperatore dei Francesi e Re dell’Elba per un percorso che attraverso le sue capacità progettuali declinasse l’attualità dell’Isola. Inoltre, abbiamo messo in mostra aspetti insoliti e spigolature non solo del carattere ma anche delle decisioni del Grande Corso . Proprio in questa ricerca, oltre alle nostre impressioni abbiamo raccolto interventi, interviste possibili e impossibili e cenni storici che rimandano al periodo di Napoleone all’Elba e a tutto ciò che ancora oggi è attuale grazie alle opere dell’Imperatore.
GENIO TRASFORMATORE DEL SUO TEMPO
Storico, saggista e presidente del Vittoriale degli Italiani dal 2008 ad oggi. Giordano Bruno Guerri parla dell’Imperatore dei Francesi e Re degli Elbani come di un grande innovatore e di un fine comunicatore, come tutti i geni dell’umanità. La sua grande capacità di pianificare evidenziata da quanto ha fatto nei soli 10 mesi in cui è stato in esilio all’Isola d’Elba
L’imperatore è stato veramente un innovatore così visionario? E’ possibile che le sue linee guida 200 anni dopo, servano ancora a tracciare un percorso?
Naturalmente sì, tutti i grandi geni dell’umanità sono degli innovatori, sradicano la cultura dei tempi in cui vivono come una zolla d’erba e la sventolano al sole. Napoleone era uno di questi geni che sapeva fare di tutto o quasi e ovviamente portava del nuovo in quello che faceva perché appunto un genio non ripete ma sradica. Napoleone ha portato l’illuminismo al potere, quello che non è riuscito ai rivoluzionari francesi e al fanatismo di Robespierre ad esempio. Lui ci è riuscito, rivestendo poi l’illuminismo di una forza militare statale, legislativa ed organizzativa che ha lascito il segno, appunto, per secoli, qui all’Elba ne abbiamo una prova in piccolo, in 10 mesi ha rivoluzionato l’isola, l’ha dotata di strumenti di e di idee sulle quali l’Elba vive ancora
Napoleone è visto anche come un genio della comunicazione di quelle che erano le sue azioni
Anche in questo ripercorre la strada, migliorandola, di altri grandi condottieri del passato. Alessandro Magno fu il primo ad usare la comunicazione per decantare le sue imprese, per diffondere la conoscenza e anche per spaventare i nemici, per convincerli a cedere subito. Giulio Cesare: i suoi libri sulla Gallia non sono altro che comunicazione. Napoleone con i mezzi dell’epoca sviluppò enormemente questa potenzialità e la fece rendere, perché il mondo alla sola parola “Napoleone” si inchinava o tremava, non solo per la sua potenza militare ma per la fama di questa potenza.
Una battuta finale, personale, sul grande corso
Mi piacerebbe che la Corsica fosse rimasta italiana.