L'intervento

Il Palazzo del Governatore, a Rio progetto di recupero

di Paola Del Gallo di Roccagiovine – Elisabetta Fabbri

La storia racconta che il 5 maggio del 1814 alle 9 del mattino, a Napoleone -nella sua prima visita a Rio Marina- venne servita la colazione in quello che oggi è noto come “il Palazzo del Governatore” allora dimora di André Pons.
Non abbiamo certezze in merito alla configurazione planimetrica dell’edificio che accolse Napoleone, e certamente da allora ad oggi varie modifiche sono intervenute a rendere l’edificio ‘utile’ alle funzioni che ospitava: ufficio contabile, residenza, sede del responsabile delle miniere. Un Palazzo importante soprattutto per chi lo ha abitato e per il suo essere direttamente collegato alla forza economica e produttiva di Rio Marina.
La rigenerazione del Palazzo deve partire dal suo legame con la storia e con il territorio, ovvero con la Storia del Territorio.
La valorizzazione del patrimonio è questo saper individuare le ragioni delle nuove funzioni nelle qualità proprie dell’edificio alla ricerca della ‘compatibilità’ che giustifica l’intervento senza snaturarne le sue caratteristiche.
La storia si stratifica negli edifici, il tempo che passa li modifica e lascia segni: si sovrappongono strati di intonaco, si aprono e chiudono finestre, si modificano le scale, si costruiscono e si abbattono muri, ma ci sono edifici che nel passare del tempo non perdono mai la caratteristica di essere “un punto di riferimento” per la comunità. Così è per il Palazzo del Governatore: anche adesso, ‘vuoto’ e privo di una funzione con i suoi intonaci malconci, protetto da cancelli e mura di cinta, dialoga con il suo “silenzio” e attende.
Gli edifici parlano a chi li sa ascoltare: è questo che abbiamo iniziato a fare. Cercare i segni delle trasformazioni e nel contempo leggere cosa i suoi spazi potrebbero diventare.
Un progetto di fattibilità, quale quello che abbiamo proposto non è ancora la scelta finale.
E’ soprattutto la lettura delle possibilità, alla ricerca di cosa l’edificio potrebbe diventare, di quali sono le sue compatibili funzioni e di quale potrebbe essere il vantaggio per tutti aprendo l’edificio alla comunità riese. Il tema dell’accessibilità a questo edificio che si trova nel cuore della parte più antica del borgo, tra vicoli e scalinate, è uno dei primi grandi temi da affrontare che richiede l’innesto di elementi idonei al nuovo utilizzo.
Oltre agli aspetti tecnici del progetto, che si sono occupati di verificare la stabilità strutturale, di curare il restauro delle superfici, di prevedere un efficientamento energetico al fine di garantire la sostenibilità complessiva dell’investimento nel tempo, abbiamo immaginato le persone nell’edificio.
Le abbiamo immaginate sostare nel giardino terrazzato aperto a tutti, un giardino prezioso che conserva tracce di storia e specie botaniche preziose e rare che saranno adeguatamente valorizzate.
Le abbiamo immaginate vivere gli spazi del Palazzo come luogo di studio lavoro e ricerca : un Palazzo che per essere ancora riferimento della comunità deve poter accogliere e far crescere le persone. La vocazione ‘culturale’ del patrimonio va declinata con le potenzialità di un concetto di cultura che deve tenere insieme anche produzione, produttività e futuro.
Un centro studi collegato alle caratteristiche del territorio elbano può essere potenziato da una eventuale foresteria ovvero da una caffetteria che potrebbero trovar posto, come ipotesi alternative, nell’antica Casa del Fattore.
Tanto più curato sarà il restauro materico delle superfici, interne, esterne e nelle sue componenti arboree, tanto più l’edificio saprà parlare di sé e potrà ‘attirare’ persone.
Il recupero del Palazzo fa parte della strategia di rilancio dei valori del territorio elbano, perché anche se all’Elba, adesso, non c’è più Napoleone, ci son sempre i vecchi Suoi sentieri (e) mille cose da vedere, da capire da conoscere e da far conoscere anche attraverso una adeguata campagna informativa di marketing territoriale.
L’architettura e il restauro sono strumenti tecnici per trasformare le idee in realtà ed in questo senso sono attività a servizio del bene pubblico.

Paola Del Gallo di Roccagiovine – Elisabetta Fabbri

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